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Il CFS Napoli (Centro Formazione e Sicurezza Napoli) è un organismo paritetico per la formazione e la sicurezza in edilizia di Napoli e provincia, gestito dalle parti sociali del settore delle costruzioni, l’Acen, Associazione costruttori edili di Napoli e provincia e le organizzazioni sindacali di categoria di Napoli e provincia, Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil. Il Cfs è nato con la fusione di due enti, il Centro Formazione Maestranze Edili, indicato per la formazione e la ricerca e il Comitato Paritetico Territoriale, indicato per la tutela della sicurezza e della salute nei luoghi di lavoro.

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INAIL -INNOVATION VILLAGE (RELAZIONE DEL PRESIDENTE ING.PAOLA MARONE)

INAIL -INNOVATION VILLAGE (RELAZIONE DEL PRESIDENTE ING.PAOLA MARONE)

INDUSTRIA 4.0 E SICUREZZA SUL LAVORO: BUONE PRASSI, INFORMAZIONE E FORMAZIONE DEI LAVORATORI

INNOVATION VILLAGE 2018 Napoli – Mostra d’Oltremare – padiglione 5 6 aprile 2018, sala BERNERS LEE – ore 10,00

Buongiorno a tutti .Ringrazio, L’INAIL per l’invito ricevuto a questo significativo evento ,inserito nell’ambito della importante manifestazione Innovation Village.

Le attività di prevenzione messe in campo dall'INAIL , rappresentano da anni un valore strategico di riferimento anche per L’Ordine degli Ingegneri della Prov di Napoli   ( di cui mi onoro di presiedere la Fondazione) ed il CFS Napoli, ente paritetico bilaterale attivo nel settore delle costruzioni.

Entrambi gli enti si occupano di formare ed informare rispettivamente professionisti ed imprese e lavoratori.

Molte sono le collaborazioni in corso tra l’INAIL  ed entrambi gli enti.

D’altra parte investire in sicurezza conviene, non è solo un semplice slogan "di civiltà", ma una verità comprovata dai numeri. E' quanto emerso dalla ricerca europea del 2011 promossa dall’Issa (AGENZIA EUROPEA PER LA SICUREZZA E LA SALUTE SUL LAVORO )che ha rilevato come ogni euro speso in prevenzione garantisca un ritorno economico (il cosiddetto Rop, acronimo che sta per "return on prevention") decisamente superiore, pari in media a 2,2 euro.

Torniamo alle collaborazioni in corso .

Come noto,Il D. l.vo 81/2008 impone degli adempimenti normativi :la valutazione del rischio deve essere declinata in modo nuovo e attento al patrimonio umano. A tutt’oggi solo pochissime aziende hanno ottemperato alla normativa.

L’Inail  e l’Ordine degli Ing. di Napoli  puntano a fornire delle linee interpretative del Decreto a partire dal mondo delle professioni tecniche. Le donne  iscritte all’albo nazionale degli ingegneri hanno guadagnato, soprattutto negli ultimi anni, una posizione di rilevo, rappresentando nel 2017 il 14,5% degli ingegneri iscritti all’Albo ( su 240.000 iscritti totali  le donne sono circa 34.800); nel 2016 erano il 14% e nel 2015 erano il 13,7%.
La regione con la maggiore incidenza di donne ingegnere iscritte all’albo è la Sardegna, in cui circa un quarto degli ingegneri è di sesso femminile. Campania, Veneto e Molise risultano, al contrario, le regioni in cui il tasso di presenza femminile supera di poco il 10%.

Con questo studio si intende, quindi,  analizzare un tema a me molto caro come quello della condizione femminile nel mondo delle professioni, dall’angolo visuale che mi appartiene, ossia quello della professione ingegneristica, che annovera, in ambito nazionale, il 18,3% dei laureati.

Molto si è discusso sul termine “genere” e di quanto questo attenga al ruolo nella società degli individui e non piuttosto alle diversità biologiche dei lavoratori. Il riferimento al genere si configura quale “contenitore” più ampio delle diversità fra lavoratori e lavoratrici. Ciò che ci si prefigge è lo studio ed il governo delle conseguenze che l’appartenere ad uno o l’altro dei generi può determinare in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.

La scelta è caduta sul mondo delle professioni tecniche poiché è in questo settore, che le donne si stanno affermando maggiormente rispetto ad altri campi, inoltre un lavoro altamente qualificato, quale quello professionale, difficilmente è soggetto al fenomeno dell’abbandono da parte delle lavoratrici a causa della nascita di uno o più figli. Lo studio sarà completo dal punto di vista dell’impiego femminile poiché saranno esaminate tutte le fasi di vita della lavoratrice.

L’approccio è complesso, poiché il professionista può essere datore di lavoro,  libero professionista o dipendente e pertanto avere il punto di vista del debitore o del creditore di sicurezza e poi offre una vasta platea di soggetti, lavorazioni ed ambienti lavorativi da studiare avvalendosi dell’ottica di genere.

Nella prima fase del progetto è stato realizzato un questionario ad hoc che è stato somministrato alle iscritte che ci ha fornito un primo quadro generale .

In breve il secondo progetto. Da tempo il CFS  con la Direzione Regionale dell'INAIL Campania ha in atto una proficua collaborazione per l'attuazione di progetti efficaci volti alla tutela della salute e sicurezza dei lavoratori e di conseguenza utili per lo sviluppo delle imprese del comparto edile. A tal proposito ricordo il progetto SISCA , realizzato nel 2011, validato come “buona prassi” nel 2013 , consiste in un Sistema di rilevazione in tempo reale per la valutazione dei rischi nei cantieri edili ,oggi in fase di evoluzione per la realizzazione di un'App, per garantire facilità di applicazione e costi bassi . Un passaggio doveroso vista la crisi di enormi proporzioni che ha investito il settore edile comportando dal 2007 ad oggi la riduzione degli investimenti di circa il 35% , la fuoriuscita di oltre 100.000 imprese dal mercato e la perdita occupazionale di oltre 600.000 lavoratori.

Negli ultimi anni, grazie all’azione sinergica realizzata da enti , istituzioni, associazioni. il numero di infortuni sul lavoro nel settore delle costruzioni, è andato riducendosi , facendo una comparazione nel quinquennio 2012-2016:

Dall’analisi dei dati INAIL si evince che, da diversi anni, prosegue la flessione degli infortuni totali indennizzati, mentre il numero di quelli mortali, dopo un importante aumento registrato nel 2015, ha ricominciato a scendere.

Il numero di infortuni indennizzati totali nel 2016, pari a 32.379, è diminuito del 5,5% rispetto all’anno precedente, confermando le riduzioni già avvenute negli anni passati.

Anche l’incidenza degli infortuni totali rispetto al numero di occupati si è ridotta, passando da 28,6 nel 2012 a 23,1 nel 2016 per 1.000 occupati.

 

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